“Ho dormito come un ghiro e so di aver sognato, ma il mio sogno è appeso alla memoria, eppure non riesco ad afferrarlo”. Quante volte lo abbiamo pensato o detto chiedendoci perché certi sogni non vengono ricordati. La capacità di ricordare i sogni dipende in realtà da molte variabili, non ultima la censura che il nostro conscio esercita su alcuni sogni particolarmente scomodi. Inoltre è cruciale la fase del risveglio: se si aprono gli occhi nella fase REM (periodo in cui avviene il sogno) è più probabile ricordarsene per esempio (ma sappiate che dopo 15 minuti il sogno, se non è stato fissato, evapora). Tra le tante ragioni per cui l’attività onirica talvolta si dissolve c’è però anche un piccolo gruppo di cellule dal nome MCH. Un team di scienziati giapponesi e americani ha provato infatti a fare maggior luce sul meccanismo di dimenticanza dei sogni e ha scoperto che a cancellare il ricordo è questo grappolo di cellule che risiedono nell’ipotalamo, l’area neuronale deputata anche al controllo dell’appetito. La sperimentazione è stata effettuata sui topolini, ma apre nuovi e inediti scenari.
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